LA BATTAGLIA CONTRO L’IMU
Il
decreto legislativo sul federalismo municipale (23/2011) prevedeva
l’istituzione dell’IMU dal 2014,
fissandola allo 0,76% e basandola sul possesso di immobili diversi
dalla prima casa, che avrebbe sostituito l’ICI e l’Irpef sui renditi fondiari.
La nuova
IMU nel decreto Monti è stata invece stravolta rispetto a quanto previsto dalla
riforma federalista.
L’imposta
si applica infatti dal 2012 con aliquota base sulla prima casa al 4 per mille
(con possibilità di aumentare e diminuire) e sugli altri immobili pari allo 7,6
per mille.
Il tutto
considerando che gli immobili subiranno una rivalutazione del valore
immobiliare derivante dall’applicazione oltre che del 5% di rendita catastale.
In
pratica ai Comuni con una mano viene concessa una tassa locale, ma con l’altra
viene sottratto ogni gettito che superi l’attuale gettito dell’Ici, così che se
un Comune volesse abbassare l’aliquota di base ai propri cittadini, non
calerebbe quanto dovuto allo Stato! In pratica sarebbe il Comune a pagare l’Imu
allo Stato…….
La nuova Imu, si
annuncia quindi molto più complicata dell'Ici.
Dal punto
di vista economico l’impatto della combinazione prima casa-revisione dei
moltiplicatori sarà notevole per i cittadini.
La cifra
però che incasserà il Comune deve essere divisa al 50% con lo Stato, per questo
l’IMU può essere ben considerata una nuova tassa statale!
Quindi,
il risultato quale sarà? Maggiori oneri per i cittadini, con i Comuni che
avranno una minore entrata rispetto a prima e rispetto a quanto previsto dalla
riforma federalista!
Peraltro
con l’introduzione dell’IMU i Comuni otterranno quasi il 30% in meno di quanto
incassavano con l’Ici, ingrassando unicamente lo Stato centrale.
Da qui
diventa comprensibile il motivo per cui Monti ha chiamato la manovra “Salva
Italia”, perché il denaro andrà a finire a Roma e sarà il Nord a pagare, perché
solo nel Mezzogiorno ci sono oltre due milioni di immobili fantasma!
Da una
logica federalista, ad una logica centralista. Viene quindi snaturata l’imposta
federalista, che prevedeva un legame diretto tra tassazione e territorio, e che avrebbe consentito ai Comuni di godere
di una maggiore autonomia finanziaria, per sviluppare servizi e misurare nel
contempo la capacità amministrativa dei singoli.
Lo stesso
problema arriva anche con l’introduzione della Tesoreria unica, con Roma
che incasserà oltre 8,6 miliardi di euro, con gli enti locali che non
avranno più la disponibilità diretta delle risorse proprie depositate presso il
sistema bancario. Il fatto che gli enti
siano privati della loro liquidità avrà ripercussioni immediate soprattutto nei
confronti degli enti più virtuosi che vedranno mancare un’ulteriore entrata
derivante dai mancati interessi attivi che le somme – prima depositate presso il sistema bancario –
riuscivano a produrre grazie ai tassi vantaggiosi che spesso hanno ottenuto con
le gare di affidamento del servizio di tesoreria.
Da
qui l’importanza di contrastare, con il supporto dei Sindaci, l’introduzione di
una tassa, l’IMU, che trasforma i nostri primi cittadini in veri e propri
esattori delle tasse per conto dello Stato, tutto questo senza che il Governo
Monti abbia fatto uno sforzo serio ed adeguato per rispondere alle esigenze dei
Comuni e dei cittadini.
Il
dato che ancora non è stato capito è che la combinazione che si ottiene tra
introduzione dell’IMU, mancata revisione del patto di stabilità e incertezza
economica, metterà di fatto in ginocchio gli enti locali.
Ecco perché è necessario che
tutti esprimano la propria contrarietà ad una tassa statale che i comuni non
possono neppure gestire autonomamente, mentre il patto di stabilità, così come
oggi è ancora formulato, limita le possibilità di spesa a quei Comuni che,
gestiti virtuosamente, potrebbe dare maggiori servizi ai propri cittadini.
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