Va di moda il pellet? Lo Stato lo tassa e intasca

Sono ormai milioni le famiglie che utilizzano stufe a pellet per il riscaldamento domestico. Il fenomeno è esploso negli ultimi due anni, sopratutto al nord. Il motivo principale è avere un risparmio economico, ma l'utilizzo del pellet è anche utilizzo di rinnovabili termiche a discapito dei carburanti di origine fossile. Da tener presente anche che c'è una detrazione sull'iva del 50% per il pellet in qualto prodotto ecologico.
Da gennaio 2015 però il pettet non godrà più di questo privilegio, e come stabilito in un emendamento del disegno di legge di stabilità 2015, l'Iva passerà dall'attuale 10% al 22%.
Emendamento che passa in sordina ma che andrà ad incidere ancora una volta nelle tasche degli italiani.
Se il nostro Paese è il più importante mercato a livello europeo del combustibile in legno, aumentando l'iva, il prezzo del sacchetto di pellet di legno che ad oggi si aggira intorno ai 5 euro per 15 kg, aumenterà vertiginosamente.

Una batosta per il settore che produce le stufe il cui funzionamento è simile a quello delle classiche stufe a legno, ma inquinano meno, consentendo, almeno fino ad ora, di risparmiare rispetto ai sistemi tradizionali.
Dall'aumento dell'Iva su questo prodotto si attendono per le casse dello stato incassi pari a circa 96 milioni di Euro all'anno. Nel 2013 infatti il consumo è stato di circa 3,3 tonnellate.

Come dire "va di moda il pellet?", "Andate a spendere sul pellet?" Noi lo tassiamo ed intaschiamo.

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