Saluto inaugurale di Davide Boni Presidente del Consiglio regionale della Lombardia (IX legislatura) Milano (Palazzo della Regione), 11 maggio 2010

Prima di tutto volevo ringraziare tutti i Colleghi presenti per la fiducia accordatami. Consentitemi di ringraziare gli ex Colleghi che sono stati seduti prima di me al seggio del Presidente del Consiglio, De Capitani, Albertoni e Fontana, soprattutto per l'eccellente lavoro svolto, che ha permesso all'Amministrazione regionale di raggiungere traguardi importanti: uno fra tutti, che sono consapevole che rimarrà scolpito nella storia, è l'approvazione dello Statuto dell’autonomia della Lombardia. Inoltre, se mi concedete, io ho un ringraziamento particolare naturalmente al mio movimento politico, non me ne vogliate, prima che mi cali nelle vesti di Presidente del Consiglio regionale, e soprattutto per il ruolo che sto per ricoprire: in primis naturalmente al mio segretario federale, Umberto Bossi – senza il quale io non avrei fatto questa mia strada politica, all'interno di un movimento in cui credo molto – che mi ha insegnato l'amore e l'attaccamento a tutti i Lombardi e soprattutto alle Istituzioni, è inutile negarselo, della Lombardia.
Ho un intervento scritto che tutti aspettano che io legga, e invece farò molto fatica a seguire quello che ho già distribuito. Il punto essenziale è che io credo che questo Consiglio, che è il Consiglio dei Lombardi, abbia l'esigenza di essere veramente la casa dei Lombardi: parlo da ex membro dell'Esecutivo, oggi ho questo nuovo ruolo. Credo che sia importante per il Consiglio tutto, far ritornare in maniera molto forte la politica all'interno dell'aula parlamentare, declinando insieme ai colleghi Assessori e insieme al Presidente della Giunta alcuni dei problemi che sono fondamentali oggi per la Regione Lombardia, in primis quello del lavoro, inutile nascondersi, per poi parlare di tutte le cose che sono importanti per i bisogni dei cittadini lombardi.
Oggi ne parlerò, perché penso che l’operatività anche dell’Ufficio di Presidenza sia importante: oggi alle tre ci incontriamo per la prima volta, io insieme ai Colleghi Vice Presidenti e ai Colleghi Consiglieri Segretari, per iniziare un lavoro, per poi organizzare domani – lo stiamo valutando insieme all’Ufficio di Presidenza – già una riunione con i Capigruppo, per far ripartire questo Consiglio. Durante la vacatio legislativa, secondo me si è sentita la mancanza, al di là dell’Esecutivo e di tutto il resto: è questo il punto fondamentale.
Credo, al di là di tutto quello che c’è scritto sullo Statuto, sul Regolamento e quant’altro, che sia il caso – se sono d’accordo, poi, i Colleghi Presidenti dei Gruppi – di iniziare con una serie di sedute tematiche dove si parli della politica, dove si parli anche di iniziative che possono partire dal Consiglio regionale per arrivare, poi, alla votazione di leggi che siano indirizzate ai bisogni reali.
Qualcuno parlava di momenti particolari, dove le Commissioni siano il motore di supporto agli Assessorati, dove si possano toccare anche quelle situazioni particolari. In momenti particolari, credo che ci sia il bisogno anche di iniziative legislative particolari.
Oggi viviamo un momento particolare storico: la Lombardia per la prima volta, nonostante sia una Regione di eccellenza – questo va riconosciuto al lavoro che ha sempre fatto questa Giunta regionale – ha bisogno evidentemente di quel colpo d’ali, secondo me, di presenza maggiore anche del Parlamento lombardo e dei Consiglieri regionali lombardi sul territorio.
Prima discutevo con i Colleghi dell’Ufficio di Presidenza: c’è un’idea, che oggi matureremo, che potrebbe essere quella di portare il Consiglio regionale a Malpensa per avere una vicinanza maggiore rispetto alle esigenze del territorio. Magari il Governo nazionale per il momento non è riuscito a farlo e niente vieta che il Consiglio regionale possa muoversi verso questa direzione.
Al di là di tutto, anche la possibilità di avere dei contatti maggiori con un lavoro – io credo – che vada al di là degli schieramenti politici, con un bisogno reale che è quello di vedere esattamente cosa succede sul territorio. Troppo spesso – lo dico da ex Assessore – i ragionamenti e i passaggi avuti sul territorio hanno fatto vedere questa Regione come un grande Comune, una grande Provincia: non c’è un’evidenza esatta del ruolo che ha il Consiglio regionale.
Credo che oggi più che mai noi abbiamo bisogno di questo passaggio, soprattutto in questa stagione di grande riforma, visto che questo Parlamento è stato quello che ha votato la bozza sul Federalismo: è stato un voto – mi pare – bipartisan, abbiamo ottenuto alcune astensioni e alcuni voti a favore. È quello il punto essenziale al quale bisogna puntare per vedere che cosa arriverà, essere interlocutori anche diretti con altri Colleghi dei Consigli regionali, come il Veneto e il Piemonte, e insieme ad altri parlamentari che, come noi, hanno questo sogno, questa idea.
Vi dico una cosa. Scusate l’emozione, ma non è stato facile: credo che il Consiglio regionale debba riprendere la propria personalità, il proprio orgoglio di essere Consiglieri regionali. Insieme all’Ufficio di Presidenza lavoreremo sui tempi di intervento all’interno del Consiglio regionale. Il Consiglio regionale non è un porto di mare dove uno arriva, esce, torna e poi non si vede più.
Credo che sia importante, soprattutto perché gli esempi partono dall’alto, che rispetto ai cittadini ci siano dei tempi e che questi vengano rispettati.
Lo stesso credo che valga per le Commissioni, e lo dico dopo un’esperienza decennale in Consiglio regionale. Penso che occorra responsabilizzarsi e dare segno di questa grande responsabilità. Siamo la terza Assemblea d’Italia.
Credo, insieme a voi e insieme ai Colleghi dell’Ufficio di Presidenza, di fare un grandissimo lavoro per il prossimo quinquennio, di dare un segnale molto forte del Parlamento lombardo. Questo era quello che mi sentivo di dirvi.
Vi ringrazio ancora una volta per la disponibilità, per l’assunzione a questa carica, che è prestigiosa, e soprattutto – lo dico ai Colleghi Consiglieri – di avere questo amore, in modo particolare per questa Assemblea e per questa Istituzione e soprattutto per la grande capacità di lavoro che deve avere questo Consiglio. Però, questo si ha se ci si crede. Se il Consiglio regionale viene inteso solo come un passaggio evidentemente sbagliamo, io per primo. Per cui sarò lieto se qualcuno vorrà correggermi.
Qualcuno mi conosce e sa che la politica è una passione che mi affascina tantissimo, però anche su scontri aperti molto forti, soprattutto all’interno dell’aula e soprattutto all’interno delle Commissioni, avremo un occhio di riguardo per le iniziative legislative del Consiglio.
Detto questo, ringrazio ancora una volta i Colleghi dell’Ufficio di Presidenza. Abbiamo ancora l’elezione della Giunta delle elezioni. Passeremo al voto elettronico, se non sbaglio, su una lista già preconfezionata.
Scusate, stavo per commettere la prima mancanza: è presente il Presidente della Giunta regionale. Mi perdoni, Presidente Formigoni: la ringrazio di essere presente insieme a tutta la Giunta. Auspico e sono sicuro che il Presidente Formigoni darà una mano ai Colleghi Consiglieri e Assessori, e non, affinché siano presenti quando c’è il Consiglio regionale – adesso lo dico dall’altra parte –. Chiedo al Presidente se vuole fare un breve saluto. La ringrazio.

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