PONTIDA: 20.06.2010 PUNTI SALIENTI



LUCA ZAIA: "Siamo stanchi di Regioni che hanno buchi di miliardi sulla sanità e noi dobbiamo pagare: arrangiatevi" "Fatta salva la sussidiarietà nazionale, noi ne abbiamo le tasche piene, siamo stanchi, arrangiatevi"

ROBERTO COTA: "La manovra - ha detto a margine del raduno di Pontida -evidenzia che c'è bisogno di ridurre la spesa pubblica. Per farlo, e allo stesso tempo non ridurre i servizi e addirittura aumnentarli c'è bisogni del federalismo, questa è la soluzione". Cota ribadisce però la richiesta "che vengano premiate le Regioni virtuose e non chi non ha rispettato il patto sulla salute e il patto di stabilità".

ROBERTO CALDEROLI: «La manovra è uan cosa necessaria, è come se facessimo una donazione di sangue ma bisogna cercare anche di non fare un completo prosciugamento, non togliamolo tutto perchè altrimenti il paziente muore»
«il problema non è che uno sceglie di fare una manovra ma che è una cosa obbligatoria perchè l'alternativa è il fallimento di tutti.Quando fallisce tutto, anche il risparmio della gente della Padania, piuttosto che di altre parti del paese, viene meno. È chiaro che non gioisce nessuno e l'aspetto più negativo è il taglio lineare che va punire quelli che sono i più virtuosi ed amministrano con più responsabilità. Stiamo costruendo un emendamento correttivo in modo che il taglio non sia più lineare ma abbia dei parametri di riferimento e che vada a tagliare gli sprechi e non i servizi». Quanto a quei presidenti di Regione che sostengono che la manovra possa mettere a rischio il federalismo «chi dice così non conosce l'argomento e non ha voluto leggere la manovra perchè una delle specifiche è che non va ad influenzare il federalismo e le risorse che verranno fiscalizzate. L'unica risposta alla crisi infatti è proprio il federalismo che ne è la cura».

ROBERTO CASTELLI: "La Lega tiene unito qusto Stato altro che volerlo distruggere e se non ci sara' il federalismo ci potra' essere solo la secessione ma non perche' la chiedera' la Lega ma perche' la vorra' tutto il Nord"
"La vera partita politica è legata alla Fiera, alla capacità della classe dirigente del Nord di «fare una cosa importante. È questa la partita e noi dobbiamo dimostrare di essere capaci di autogovernarci». Guai a pensare di farsi sfilare una sfida del genere, avverte Castelli, a quel punto il comando passerebbe alla capitale. «Altro che darci il federalismo»."

ROBERTO MARONI: "la battaglia del federalismo sarà certamente vinta perché noi abbiamo un leader che nessuno ha come Umberto Bossi". Quella per il federalismo, ha continuato dal palco di Pontida, "è la battaglia delle battaglie. Il federalismo è nato qui, è la nostra battaglia, la nostra guerra. Siamo vicini alla vittoria finale. Bossi è stato il nostro guerriero per convincere e costringere i nostri alleati a varare una legge sul federalismo. Ora mancano alcuni passi decisivi e difficili, per questo il sostegno del popolo della Lega è molto importante. La battaglia sarà certamente vinta".

UMBERTO BOSSI: "C'é un solo ministro per il federalismo e sono io", Umberto Bossi apre così il comizio a Pontida, precisando che non è vero che gli sono state tolte le deleghe con la nomina di Aldo Brancher a ministro per l'attuazione del federalismo. "Per il federalismo - ha aggiunto - la coppia è sempre quella, io e Calderoli. Con Aldo Brancher non è cambiato nulla, si è passati dal federalismo al decentramento".

"Spostare da Roma i ministeri" E' necessario spostare da Roma i ministeri" ha aggiunto, sottolineando la necessità dopo l'approvazione del Federalismo, di passare al decentramento anche dei ministeri. Bossi ha ricordato che anche in Italia, con il federalismo, é necessario decentrare come accaduto a Londra e in Francia: "Noi siamo il Paese più centralista del mondo". Bossi ha quindi ricordato: "Spostare i ministeri significa spostare anche migliaia di posti di lavoro che adesso sono tutti a Roma".

"Lotta pacifica" So quanti di voi sono pronti a battersi, anche milioni, ma io ho scelto la strada pacifica rispetto a quella del fucile". "La lotta della Lega - ha assicurato Bossi - non finirà fino a quando la Padania non sarà libera".

"Nessuno ci caccerà" Il leader della Lega rassicura i a proposito dei rapporti all'interno del governo e, in particolare, con il premier Silvio Berlusconi. "Non è - ha detto - che Berlusconi può cacciarci. Nessuno ci può cacciare perché altrimenti dove li trovano i voti? State tranquilli, non ci caccia nessuno, anzi tutti ci vogliono".

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