ROM "responsabilizzare gli adulti evitando che i bambini restino nelle baraccopoli"

In Francia oltre il 69% degli intervistati ha dato pieno appoggio alla politica del Presidente Sarkozy sulla questione dei nomadi, auspicando lo smantellamento dei campi irregolari e il rimpatrio in Romania di coloro che non si comportano in maniera consona alle norme vigenti nello Stato francese. Nessuna questione politica legata alla destra o alla sinistra: un idem sentire che si è diffuso sul territorio d’oltralpe che chiede la chiusura di tutti gli accampamenti non autorizzati. Le critiche non mancano e mirano ad incolpare gli Stati che cercano di dare una soluzione ad un problema che in alcuni casi diventa emergenza. Le accuse, gravissime e senza un fondo di verità, sono di razzismo e, in alcuni casi, perfino di Olocausto. Un modo per mascherare dietro al solito falso buonismo quello che realmente sta accadendo, evitando di riconoscere quanto sia si impossibile la convivenza con chi non accetta le regole e pretende di imporre una legge che non è la nostra. In molti fingono di ignorare le condizioni in cui molti bambini sono costretti a vivere in questi campi improvvisati, dove non sono rispettate le condizioni igienico-sanitarie. Nessuna istruzione, un’infanzia rubata, lasciati a mendicare nelle stazioni o agli angoli delle strade, sotto la pioggia o sotto il sole, senza alcuna possibilità di ricevere un’istruzione adeguata che possa dare loro la possibilità di avere un futuro lontano dalla strada e dalle baraccopoli. Ben vengano Paesi come la Francia e la stessa Italia, che hanno deciso di affrontare a viso aperto una situazione ignobile, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dalla legge e dalla stessa Unione Europea. Ricordiamoci solo le accuse piovute sul Ministro dell’Interno, Maroni, quando annunciò la lotta contro la tratta dei minorenni, spesso utilizzati come merce di scambio e quindi sulla necessità di registrarli attraverso le impronte digitali o quando parlò di tolleranza zero contro i clandestini. La Comunità Europea consente di espellere quei rom comunitari che non hanno mezzi di sostentamento adeguati per restare in questo Paese, perché di fatto sarebbe interessante capire come si può vivere in uno Stato senza potere mantenere in modo onesto se stessi e la propria famiglia. L’integrazione non può essere sempre fatta a senso unico, con lo Stato che mantiene un intero popolo senza ottenere nulla in cambio, perché in questo modo si promuove un bieco assistenzialismo. Non è mantenendo i campi abusivi dove immondizia e topi la fanno da padroni che si dimostra rispetto verso una persona o verso i bambini ma è evitando che ci siano queste situazioni che si dimostra di avere coscienza. Perché le morti di innocenti nelle baraccopoli continueranno, senza per questo avere cambiato il mondo. Qui si tratta di responsabilizzare gli adulti, tutelando nel contempo i minori, perché se i “patti” con i rom che sono stati avviati anche a Milano falliscono, è perché questi non accettano di adeguarsi e vivere in maniera civile, cercando un lavoro ed acquistando una casa. La stessa cosa che ci hanno insegnato i nostri padri e i nostri nonni. Questo non vuol dire discriminare ma vivere coscienziosamente, assumendosi le proprie responsabilità.

Commenti

Post popolari in questo blog

MILANO – IMMIGRAZIONE - ANZIANE SFRATTATE DA CLANDESTINI, BONI: “CITTA’ ORMAI SENZA CONTROLLO SUL FRONTE IMMIGRAZIONE”

Case popolari di P.le Dateo ancora senza l'applicazione della delibera regionale in merito

AVVISO DI VENDITA ALL’ASTA DI UNITA’ IMMOBILIARI NON RESIDENZIALI L’ALER – MILANO