Troppi kebab, la Lega copia il modello Harlem

Ridisegnare la mappa dei negozi nelle città lombarde, mettendo un freno alla proliferazione di quelli etnici. È la proposta lanciata dall’assessore lombardo all’Industria e artigianato Andrea Gibelli, e sostenuto dalla Lega Nord, per determinare delle regole sull’apertura dei negozi e per evitare che, in un’unica zona, ci siano concentrazioni eccessive di un certo tipo di attività e scompaiano invece altri tipi di esercizi. Gibelli presenterà la proposta di legge al Consiglio regionale entro la fine di settembre, con l’obbiettivo di prevenire nelle città lombarde situazioni analoghe a quelle di via Sarpi o via Padova. Vale a dire una sorta di colonizzazione di negozi stranieri, che non si alternano ma soffocano gli artigiani locali. «Vogliamo regolamentare - sostiene Gibelli - alcune situazioni che potrebbero portare in futuro a problemi e realtà difficili da gestire».
In sostanza, si ricalcherà il modello del quartiere newyorkese di Harlem, una sorta di «cittadella» nella città, del tutto autonoma per ogni tipologia di negozio, dove non manca nulla ma dove non spopolano solo kebab e phone center. «I nuovi esercizi commerciali - sostiene anche il presidente del Consiglio regionale, Davide Boni - devono essere aperti in modo da non arrecare alcun disturbo ai cittadini, nel rispetto delle caratteristiche urbanistiche e paesaggistiche dei nostri centri. Per questo motivo non posso che accogliere con favore la possibilità di emanare una legge regionale ad hoc che vada in una direzione ben precisa: quella di riqualificare le nostre città, evitando la concentrazione di determinate attività in alcune aree».
L’obbiettivo è anche fare in modo che non vengano snaturati alcuni quartieri storici del centro delle città, dove al posto dei vecchi ciabattini o delle panetterie di una volta spuntano negozi di abiti cinesi a buon mercato o rosticcerie gestite da stranieri. Regole certe, secondo il Carroccio, aiuteranno le amministrazioni comunali ad organizzare al meglio il commercio nelle singole città. Boni, in qualità di ex assessore regionale al territorio, ricorda che a partire dalla legge regionale per il governo del territorio «la Lombardia ha sempre affrontato con grande senso di responsabilità una serie di problemi - puntualizza - legati al proliferare incondizionato di phone center e kebab, nel tentativo di valorizzare al meglio ogni tratto tipico delle città lombarde».
I singoli comuni potranno indirizzare lo sviluppo commerciale di determinate aree, arrivando a vietare l’apertura di alcune tipologie di negozi se non vi sono i requisiti. In questo modo, secondo Gibelli, si contribuisce alla riqualificazione di aree urbane compromesse. Non solo, le nuove regole servono anche a proteggere i consumatori poiché la conoscenza reciproca che si crea anche con i distretti del commercio può evitare la formazione di fenomeni deviati se non di vere e proprie truffe.

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