"Sarebbe troppo facile per l’Udc e per i finiani continuare a fare il gioco delle tre carte a Milano e in Lombardia"

L’alleanza? «Impossibile e impraticabile - tuona il vicepresidente della Regione Andrea Gibelli - Casini ha sempre privilegiato i salotti del potere romano ai problemi della gente lombarda, preferendo sempre il peggio al federalismo. Ora, per giunta, vengono sbandierati anche i valori cattolici per rientrare al potere, ma gli elettori del Nord sanno bene che sono come le foglie di fico. Per cui nessun dialogo è possibile in Lombardia con i nemici del Nord». Secca la replica dell’Udc. «Gibelli si dia una calmata - risponde brusco il coordinatore Savino Pezzotta - A lui e alla Lega non abbiamo mai chiesto nulla. In Lombardia alle scorse regionali ci siamo presentati da soli proprio per non chiedere nulla a nessuno e delle dichiarazioni della Lega terremo conto anche per le prossime amministrative». La minaccia è chiara. D’accordo anche Gianmarco Quadrini che respinge l’accusa «di essere «nemici del Nord» e rilancia ricordando che «l’Udc ha votato per un modello di vero federalismo uscito dal consiglio regionale la scorsa legislatura».
Ma a non volerne sapere è anche Davide Boni: «Sarebbe troppo facile per l’Udc e per i finiani continuare a fare il gioco delle tre carte a Milano e in Lombardia. In particolar modo in Comune o si è leali e si fa parte di una coalizione o si è fuori lasciando poltrone e incarichi. Casini non può pretendere di fare il bello e il cattivo tempo a Roma, per poi pensare di avere uomini in maggioranza a Milano». Tutto vero. Anche se un colonnello leghista assicura che «alla fine i voti dell’Udc serviranno per far vincere la Moratti e il centrodestra». E l’allenza s’avrà da fare.
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