1983: NAJA A ROMA!


Così come già avvenuto altre volte, ci voleva un movimento concreto e legato al territorio, come quello della Lega Nord, per fare sedere nuovamente al tavolo gli esponenti della maggioranza e cercare di sistemare altri tasselli della manovra che, diversamente, avrebbero penalizzato migliaia di lavoratori.
Fin da subito, infatti, convincevano poco le novità proposte che avrebbero impedito di riscattare l’anno di servizio militare, così come quelli impiegati per conseguire la laurea.
Ma se da un lato il fatto di frequentare o meno l’università rientra da sempre nelle scelte individuali, non si può ignorare che l’anno di “naja” era fino a qualche anno fa obbligatorio. Raggiunta la maggiora età, una volta accertata l’idoneità, si era infatti costretti a fare i propri bagagli e, indipendentemente dalla singola situazione famigliare, a partire per svolgere il proprio dovere di cittadino italiano.
Pertanto anche il sottoscritto non ha fatto eccezione alla regola: l’anno in cui ho fatto il militare, il 1983, con destinazione Roma, lavoravo e senza dubbio anche la mia famiglia avrebbe preferito che continuassi la mia attività, senza interromperla per un anno.
Per molte famiglie il figlio che partiva per il militare corrispondeva infatti ad una entrata in meno al mese e in molte situazioni questo influenzava fortemente l’economia domestica.
E ora, si dovrebbe dire a queste persone, che sono state obbligate a stare lontane un anno da casa, che i mesi a servizio del Paese non valgono più nulla? Che devono lavorare un anno in più per recuperare l’anno perso a svolgere il proprio dovere?
Sarebbe difficile, soprattutto per noi lombardi e per tutti coloro che hanno dovuto rimboccarsi le maniche prima di molti altri, mandare giù un simile boccone. Ecco perché è importante che un tema così delicato che riguarda migliaia di persone, sia stato rivisto e rimesso in gioco per essere definitivamente affrontato durante il Consiglio dei Ministri.
Solo chi non ha mai dimenticato le proprie radici, così come conosce bene i sacrifici compiuti da migliaia di famiglie lombarde, ha quindi compreso che non era possibile togliere la possibilità di riscattare un anno della propria vita, donato gratuitamente allo Stato.
DB

Commenti

Post popolari in questo blog

MILANO – IMMIGRAZIONE - ANZIANE SFRATTATE DA CLANDESTINI, BONI: “CITTA’ ORMAI SENZA CONTROLLO SUL FRONTE IMMIGRAZIONE”

Case popolari di P.le Dateo ancora senza l'applicazione della delibera regionale in merito

AVVISO DI VENDITA ALL’ASTA DI UNITA’ IMMOBILIARI NON RESIDENZIALI L’ALER – MILANO