Emergenza esondazioni: San Vittore /Canegrate. Intervista a Davide Boni

A San Vittore e Canegrate nessuno vuole le vasche di laminazione, ma il leghista Davide Boni ribadisce: sono necessarie. Intervista al presidente del consiglio regionale


Sulla questione delle vasche di laminazione che interesseranno Canegrate e San Vittore Olona la parola a Davide Boni, leghista doc e presidente del Consiglio regionale.


Presidente, si parla da tempo di vasche di laminazione a San Vittore Olona e Canegrate. In entrambi i paesi non c’è una sola persona che le vuole. Come la mettiamo? «Prima di tutto è bene precisare che di queste tematiche me ne sono occupato la scorsa legislatura, quando ero assessore regionale al Territorio e Urbanistica mentre oggi, da presidente del Consiglio della Regione Lombardia, non ho più alcuna competenza diretta. Premesso questo, le vasche di laminazione sono previste dal Piano attuativo idrogeologico (Pai) vigente che è legge; sono opere per la salvaguardia idraulica dei territori a valle. Il Pai prevede ben quattro sistemi di laminazione, di cui quello di San Vittore è quello più a valle; ragione per cui, il territorio di San Vittore beneficerebbe delle laminazioni a monte (Lozza e Gorla in particolare) se venissero realizzate a breve. Inoltre, anche se il territorio investito dalle vasche verrà sottratto allo sfruttamento urbanistico (cosa che è già oggi, visto il vincolo del Pai) potrà essere sfruttato per scopi agricoli o ricettivi (leggi piste ciclopedonali, già in fase di progetto da parte del Comune)».


A San Vittore governa la Lega e gli esponenti si dicono molto distanti dai progetti regionali. C’è imbarazzo? «L’imbarazzo è apparente, visto che le vasche di laminazione sono uno strumento indispensabile proprio per la tutela e il governo del territorio e per la salvaguardia della pubblica incolumità. Le amministrazioni locali devono però sforzarsi di ragionare “oltre” i propri confini comunali, perché il beneficio lo si comprende solo a “scala di bacino”».


La Regione, insieme al Ministero dell’Ambiente, ha sbloccato 8,5 milioni di euro per un’opera che potrebbe non servire, visto che sull’Olona hanno già costruito a monte una diga e che a San Vittore è già attiva un’opera idraulica. Quale allora il progetto odierno e a che cosa potrebbe servire?«La sola diga di Ponte Gurone non è sufficiente a laminare la portata di piena dell’Olona; infatti lo studio di fattibilità dell’Autorità del Bacino del fiume Po (AdBPo) prevede immediatamente a valle di questa, un’altra vasca di laminazione (piana di Lozza). Entrambe permetterebbero di governare le piene di Olona nel tratto fino a Legnano; a valle di Legnano è indispensabile però un’altra vasca, per mettere in sicurezza l’immediato hinterland milanese e le aree Expo e Fiera».


In molti, compreso l’assessore sanvittorese Giacomo Agrati, hanno detto che le vasche di laminazione cambierebbero del tutto le tradizioni agricole di zona, mulini compresi. La Lega ha sempre tutelato il paesaggio agricolo, ma in questo caso sarebbe tutto spazzato via o c’è la possibilità di poterle integrare col paesaggio? «Nel progetto è previsto lo sfruttamento agricolo del fondo cassa; infatti viene salvaguardato il reticolo irriguo oggi in capo al Consorzio Olona; i terreni di fondo cassa, una volta espropriati, potrebbero essere dati in gestione (concessione) agli agricoltori, per usi agricoli ovviamente compatibili con la sicurezza dell’opera. Pertanto con una gestione attenta dei cambiamenti sul territorio è quindi possibile e necessario, salvaguardarne i tratti tipici identitari».

di Christian Sormani

da il Giorno 29.09.2010

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