"Bergamaschi nel mondo" significa lavoro e sacrifici

“Bergamo è assioma di cultura del lavoro. Dobbiamo imparare questi valori”. Il presidente del Consiglio regionale Davide Boni ha fatto visita all’ente “Bergamaschi nel mondo”. E’ stata l’occasione per illustrare i numeri e le attività di un’istituzione importantissima per i tanti bergamaschi che vivono all’estero: oltre 50 mila sparsi in vari continenti, 105 nazioni coinvolte, 33 circoli, 22 delegazioni costituite nelle varie parti del mondo. “L’emigrazione è portatrice di valori – sostiene il presidente del Consiglio regionale -. Quando parli di Bergamo all'estero si parla di valori importanti come il lavoro. Ho raccolto la sfida di Fabretti di tramandare il modello di Bergamo al sistema dell’immigrazione che stiamo subendo noi. Riusciamo a reggere un sistema intavolando un rapporto di integrazione rispetto a valori condivisi? La sfida è questa e deve essere affrontata con serietà. Io penso che gli imprenditori non debbano fare i politici: quando ho fatto il politico ho lasciato l'impresa. È troppo facile vendere il marchio italiano e fare impresa all'estero”.
Il presidente Santo Locatelli sottolinea i pilastri su cui si fonda l’ente bergamaschi nel mondo: “Il primo pilassero è l’anagrafe, il censimento. Il secondo è la creazione di una rivista, un giornale che fosse collegamento tra tutti. Il terzo pilastro e la costituzione dei circoli. Non bastava darsi da fare qui a Bergamo. La nostra è un’migrazione di fame, di sacrifici, che i bergamaschi hanno affrontato con grande determinazione. Abbiamo creato catena di solidarietà: ora siamo a 33 circoli, per 50 mila bergamaschi nel mondo”.

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