Celebrato in Consiglio regionale il “Giorno del Ricordo”



Nel corso della cerimonia, istituita con una legge regionale del 2008 per ricordare il martirio e l’esodo giuliano-dalmata-istriano, sono state premiate le scuole lombarde che hanno partecipato al concorso sulle foibe organizzato
dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale


MILANO, 10 febbraio 2012 – Stamane nell’Aula del Consiglio regionale della Lombardia si è celebrato il “Giorno del ricordo”, ricorrenza istituitA con una legge regionale del 2008 per ricordare il martirio e l’esodo giuliano-dalmata-istriano, popolazione perseguitata dal regime comunista della Jugoslavia di Tito.

Alla cerimonia sono intervenuti il Presidente del Consiglio regionale Davide Boni, l’Assessore alla Famiglia e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli in rappresentanza del Presidente della Regione Roberto Formigoni, la Presidente della Commissione Cultura Luciana Ruffinelli, il Consigliere regionale del Pd Fabio Pizzul
 e la  Presidente della Consulta regionale lombarda ANVGD Sissy Corsi . Nel corso della cerimonia sono state premiate le scuole secondarie lombarde di 1° e 2° grado vincitrici a vario titolo del concorso indetto dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale su “L’esodo degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Ieri un dramma dimenticato, oggi una pagina di storia”.
Le scuole premiate
Le scuole premiate sono 
l’Istituto Comprensivo statale “Ignoto Militi” di Saronno (Varese), il Liceo artistico “Bernardino Luini” diCantù (Como),il Liceo classico “Villoresi San Giuseppe” di Monza, l’istituto superiore “Ivan Piana” di Lovere (Bergamo), le scuole “Leonardo da Vinci” di Gallarate (Varese) e  “Benedetto Croce” di Ferno (Varese), il  Liceo artistico “Foppa” di Brescia e l’Istituto di istruzione superiore statale “Bonsignori” di Remedello (Brescia)
Nell’aprire le celebrazioni per il “Giorno del Ricordo”,  il Presidente Davide Boni ha detto che “le Foibe sono una pagina della storia d’Italia che per tanto, troppo tempo, è rimasta bianca: uno spazio vuoto, un silenzio che ha oscurato le sofferenze di oltre 300 mila persone, strappate alle proprie case, ai luoghi dove erano nate e cresciute, costrette ad un esodo forzoso. Di altri poi, meno fortunati, sono rimaste tombe senza croce: migliaia di italiani sprofondati nelle foibe da un programma politico – ha aggiunto ancora Boni – portato avanti dai partigiani comunisti di Tito come vera e propria pulizia etnica”.
Anche l’Assessore Giulio Boscagli ha evidenziato  che le foibe sono “un dramma che ha faticato molto a diventare patrimonio comune e a ricevere degno ascolto dall’Italia del dopoguerra, rimasta, troppo a lungo, colpevolmente distratta davanti al dramma di una parte importante della sua popolazione, nonostante non fossero mancate voci di straordinaria sensibilità”.

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