Unità d'Italia, Boni: "Non darò il tricolore come nel ventennio"

Milano, 19 febbraio 2011 - "Sono contrario a dare il tricolore, meglio è organizzare un convegno con storici del Risorgimento, mettendo a confronto due correnti di pensiero, da una parte chi ha scritto la storia e dall’altra chi la puo’ raccontare in una maniera diversa". E' questa la replica di Davide Boni, presidente leghista del Consiglio regionale della Lombardia, alle richieste avanzategli da Pdl e Pd per offrire ufficialmente ai cittadini il tricolore con cui festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia il prossimo 17 marzo.

Secondo il parere di Boni, "dare il tricolore il 17 marzo come si faceva nel Ventennio è fuori dal mondo, c’è un clima da mondiali di calcio: lo si dà ormai in ogni occasione, si vuole inculcare l’appartenenza a questa nazione attraverso un modello di gadget da supermercato". Per questo, il presidente del Consiglio regionale lombardo spiega di preferire un approfondimento pubblico sulle ragioni di chi ha sostenuto l’unificazione dell’Italia e di chi ha chiesto e chiede un assetto federale dello Stato.

Martedì, oltretutto, nell’aula del Pirellone andrà in votazione proprio una legge bipartisan per celebrare i 150 anni, su cui la Lega ha votato sempre contro nelle commissioni. "Come la giudico io? La vedo - ha risposto Boni - come un ennesimo sistema per buttare via i soldi". Lui stesso, come consigliere del Carroccio, pensa di presentare un emendamento per destinare parte di quei fondi previsti dalla legge al memoriale della Shoah.

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