CONSIGLIERI LEGA LOMBARDI ESCONO ALL'INNO, BUFERA SUL CARROCCIO

(AGI) - Roma , 15 mar - I consiglieri regionali lombardi della Lega Nord, come annunciato, non hanno partecipato all' esecuzione dell'Inno di Mameli che ha aperto stmani la seduta dell'assemblea alPirellone. In aula era presente solo il presidente Davide Boni, che, come lui stesso ha spiegato, "ha assicurato la sua presenza per il ruolo istituzionale". Tutti gli altri leghisti, fra cui gli assessori e Renzo Bossi, sono rimasti a prendere un caffe' e a fare colazione. Mentre risuonava l'inno nazionale, come imposto da una legge per i 150 anni dell'Unita' d'Italia, che solo il Carroccio non ha votato, tutti gli altri consiglieri regionali, invece, sono stati in piedi dietro i loro banchi, indossando chi una coccarda tricolore, chi una spilla o chi addirittura mostrando una bandiera italiana nel taschino della giacca, come l'assessore Romano La Russa. In aula per l'occasione anche il governatore Roberto Formigoni.

NAPOLITANO: CARTA CONIUGA IDENTITA' NAZIONALE E AUTONOMIE

E questo proprio nel giorno in cui il presidente della Repubblica torna a celebrare l'unita' d'Italia e il valore della Costituzione che coniuga' l'identita' nazionale e le autonomie territoriali. "La nascita dello Stato unitario - scrive il Capo dello stato - ha consentito al nostro paese di compiere un decisivo avanzamento storico, di consolidare l'amore di Patria, di porre fine a una fatale frammentazione, di riconoscerci in un ordinamento liberale e democratico forte dell'esperienza della lotta antifascista.
L'alto dibattito in seno all'Assemblea Costituente ha portato ad identificare - prosegue Napolitano - ideali e valori da porre a base dell'ordinamento repubblicano. Nella Costituzione l'identita' storica e culturale della Nazione convive con il riconoscimento e lo sviluppo in senso federalistico delle autonomie che la fanno piu' ricca e piu' viva, riaffermando l'unita' e indivisibilita' della Repubblica".

LE REAZIONI

"E' gravissimo che i consiglieri regionali lombardi della Lega siano usciti oggi durante l'esecuzione dell'inno di Mameli. E' un vero e proprio schiaffo al Paese. Se non si sentono italiani si dimettano e rifiutino il lauto stipendio che gli arriva puntuale a fine mese", afferma il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, che aggiunge:" Almeno per una volta il pluribocciato 'Trota', in arte Renzo Bossi, studi e impari le parole dell'inno, visto che ha affermato di non conoscerle, o vada in fabbrica o in altri luoghi a lui piu' adatti a guadagnarsi da vivere, come fanno tutti i suoi coetanei che non sono figli del senatur". "Chi non riconosce lo Stato che governa, dovrebbe trarne le conseguenze. Non si puo' essere ministri, governatori, sindaci, assessori, consiglieri di un esecutivo nazionale, di una regione, di una provincia e di una citta' se non si approva l'ordinamento dal quale queste articolazioni discendono. E cosi' oggi, dal titolo della Padania ("Il Nord paga piu' di tutta Europa, il resto d'Italia festeggia") al comportamento dei consiglieri della Lega durante l'esecuzione dell'Inno di Mameli in apertura dei lavori del consiglio regionale lombardo, il partito diBossi ha dimostrato di essere indegno delle istituzioni che occupa" ha sostenuto Alessandro Maran, che definisce "pagliacciate" le manifestazioni del Carroccio, mentre, fa notare, Napolitano coniuga autonomia e indivisibilita'. "Ileghisti eletti in Lombardia che oggi hanno preferito uscire dall'aula del consiglio del Pirellone (soltanto il presidente del Consiglio regionale Davide Boni, che tuttavia vestiva cravatta e fazzoletto verde, ha seguito l'esecuzione dell'Inno a braccia conserte e a testa bassa) dovrebbero mettersi d'accordo con loro stessi e ricordare che il federalismo, il regionalismo non sono un altro stato, ma tecniche di governo per avvicinare le istituzioni ai cittadini". "Cosi' - concludeMaran - mentre il Presidente della Repubblica ci ricorda che nella nostra Costituzione coesistono autonomia e indivisibilita' assistiamo, ancora una volta a una pagliacciata sempre e soltanto in nome della visibilita' e, magari, di qualche voto in piu' alle prossime amministrative". "E' intollerabile che i consiglieri regionali lombardi della Legasiano usciti oggi durante l'esecuzione dell'inno di Mameli. I leghisti che fanno parte del governo o si dissociano pubblicamente da quanto fatto dai loro colleghi di partito a Milano o escano immediatamente dal governo nazionale della Repubblica italiana, che come recita la Costituzione e' una e indivisibile, e sulla quale hanno giurato prima di fare i ministri. La Lega e' secessionista. Chi non lo ha ancora capito continua a fare del male al Paese e alla sua unita', che ipocritamente festeggia ma che nei fatti calpesta ogni giorno" ha affermato Alessandro Pignatiello, coordinatore della segreteria nazionale del PdCI-Federazione della sinistra.

LA REPLICA DEI LEGHISTI

Non si fa attendere la risposta del Carroccio, secondo il quale eseguire l'inno di Mameli all' inizio della seduta del consiglio regionale ha fatto raggiungere ''un livello di demagogia senza precedenti, anche perche' il sentimento di appartenenza all'Italia non avviene per imposizione''. Cosi' il presidente leghista dell' assemblea, Davide Boni, replica alle accuse. Boni era l'unico esponente del Carroccio presente in aula mentre suonavano le note. ''Io c'ero - ha spiegato - perche' rivesto una carica istituzionale e ho sempre rispetto per tutti gli inni, ma idealmente ero con i miei compagni di partito che sono rimasti fuori, e insieme non abbiamo condiviso anche la legge sull'Unita' d'Italia''.
"Purtroppo - ironizza - non ho potuto bere il cappuccino con gli altri del mio gruppo". "Idealmente ero fuori col mio gruppo, e non volevo trascinare il Consiglio in una diatriba politica. Ho assistito come assisto a Inno come assisto agli inni di tutti gli Stati".
Al capogruppo del Carroccio, Stefano Galli, che lo ha criticato per la sua permanenza in aula, il presidente del Consiglio regionale risponde: "Rivesto una carica istituzionale, il presidente del Consiglio regionale ha indicazioni diverse dal capogruppo della Lega Nord". Boni ha anche lanciato una provocazione al presidente della Regione, Roberto Formigoni, presente in aula durante l'Inno: "Registro con piacere la presenza del presidente regionale, mi auguro che sia presente a tutte le sedute del 2011, non credo che voglia perdersi neppure un Inno Nazionale". L'esponente del Carroccio, quindi, sottolinea: "Oggi abbiamo raggiunto un livello di demagogia fuori da ogni portata. Ho dovuto dare ordine di non sventolare tricolori, perche' qualcuno pensava, forse, di entrare allo stadio. Credo che si sia superato il limite, siamo in un Consiglio regionale non allo stadio quando gioca la nazionale.
Nella IX legislatura - ha concluso Boni - avremo consiglieri che sapranno a memoria l'Inno di Mameli ma non conosceranno i problemi dei cittadini lombardi".

Commenti

  1. mi spiace ma da Lombardo cittadino italiano non sono per niente d'accordo.
    http://giorgiogibertinijolly.blogspot.com/2011/03/ma-i-soldi-per-essere-consiglieri.html

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  2. Ecco a che punto arriva l'ighoranza della Lega
    http://orahovistotutto.blogspot.com/

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