TESTO INTERVENTO CONSIGLIO DI MARTEDI' 19 GIUGNO 2012


Iniziamo a sfatare questa notizia: io sono mantovano di importazione, ma di origine milanese, di Porta Ticinese e nato nell’Ospedale Macedonio Melloni, dove nascono metà dei milanesi puri. (Interruzione) Anche lei? Allora c’è stato un errore, Consigliere Cavalli. È l’eccezione che conferma la regola.
Consigliere, la ringrazio per avermi ricordato il colore della mia presunta auto, perché ormai sono quattro mesi che cerco sia l’auto che il parcheggio. Nonostante il Direttore della Stampa di Torino me l’abbia indicata come regalia fatta da qualcuno, non ho ancora trovato la via del parcheggio. Per cui, se qualcuno dovesse vedere in giro una Porsche arancione, potrebbe essere la mia.


PRESIDENTE

Gliel’hanno rubata?


BONI Davide

No, me l’hanno... (Interruzione) Può darsi, Vice Presidente. Molto probabilmente, qualche Collega di qualche altra formazione politica non si accorge... (Interruzione)
Cercherò di essere molto sobrio, però non posso negare un fatto. Al di là del grande lavoro che ha fatto la Giunta regionale e che tutta la Regione si è posta come obiettivo, oggi abbiamo avuto una relazione da parte del Presidente della Giunta. Io andrò a illustrare una risoluzione votata all’unanimità dalla VIII Commissione. In qualche caso, ci sarà anche l’imbarazzo di leggerla o votarla. Anzi, di votarla no, perché l’Assessore all’agricoltura, l’ottimo Collega Giulio De Capitani, ha già intessuto una serie di rapporti, soprattutto con il comparto lattiero-caseario, che hanno già portato alcuni risultati.
Non per nulla, come Consigliere della VIII Commissione, ho avuto la possibilità di contattare direttamente sia i Presidenti dei Consorzi del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano sia i quattro Presidenti delle Confederazioni agricole in Lombardia, con i quali abbiamo avuto un report in questi giorni, e la sensibilità dei Colleghi della VIII Commissione ha fatto sì che questa risoluzione venisse fuori all’unanimità.
Detto questo, però, riprendendo anche le parole pronunciate dal Presidente della Giunta regionale e dal Collega Cavalli, il punto effettivo di questo sisma - che ha colpito soprattutto il territorio mantovano; penso che il discorso lo riprenderà in maniera molto chiara e forte il Collega Bottari che, oltre ad essere nativo, vive in questo momento sul territorio mantovano - è la mancanza di comunicazione.
Il nostro sisma - è brutto dirlo - sembra un po’ un danno collaterale di quello che è successo in Emilia-Romagna. Con tutto il rispetto nei confronti dei morti e delle vittime che ci sono stati in Emilia-Romagna, evidentemente l’attenzione è caduta tutta dall’altra parte, quasi a dire: “Sì, a Mantova è successo qualcosa. Sarà venuto giù qualche cornicione e non ci sono state vittime”.
Chi ha avuto la fortuna, o la sfortuna, di passare sul territorio mantovano, come ho fatto io, insieme ad altri Colleghi, si sarà reso conto che i danni economici su quei territori sono immani. È una filiera che si rompe, non è una fabbrica che chiude. Una fabbrica che chiude tu la ricostruisci da un’altra parte. Soprattutto il Collega De Capitani, che è Assessore all’agricoltura, sa che cosa vuol dire interrompere una filiera come quella del settore lattiero-caseario: vuol dire mandare fuori mercato, per due anni almeno, se non c’è una capacità da parte dell’Amministrazione e delle Istituzioni di poter intervenire, un intero comparto.
Dall’altra parte, ci sono dei danni incredibili anche a livello strutturale: c’è gente che ha appena acceso dei mutui per costruire questi magazzini. Visitando il mio territorio di adozione, ci si rende conto che i magazzini che contengono le forme di formaggio sono un po’ come i caveau delle banche: là ci sono degli investimenti veri, di grande portata.
Come ho già avuto modo di sottolineare nell’intervento che ho fatto qualche giorno fa in questo Consiglio, avrei preferito... Lo dico con tranquillità, ma capendo che non si è potuto o non si è voluto fare. Mi riferisco in particolar modo all’intervento del Consigliere Quadrini, il quale chiedeva lo spostamento del Consiglio regionale sul territorio mantovano. Certamente, non a Moglia, a Pegognaga, a Gonzaga - che ho visitato - o a Quistello, dove ci sono gli interventi della nostra grande Protezione civile, ma magari sul territorio della città di Mantova avrebbe dato un segnale, soprattutto a livello mediatico.
È buono il lavoro che ha fatto il Presidente della Giunta regionale, chiedendo anche al Direttore della RAI di inserire questo sms, sottolineandone il valore. Chiederò conto a qualcuno - spero lo faccia anche l’Ufficio di Presidenza - per sapere questi sms che fine fanno, perché se uno legge i giornali, poi, trova le Porsche arancioni parcheggiate da qualche parte. È questo il senso, e vorrei capirlo.
Al di là di questo, nella risoluzione che abbiamo votato in VIII Commissione noi chiediamo un impegno alla Giunta. Lo dico in modo particolare all’Assessore De Capitani, che poi saprà ben specificare e articolare gli interventi fatti e quelli in essere.
Ho sentito parlare soprattutto di PAC, di PSR, di fondi di garanzia, di strumenti economici di emergenza, ordinari e straordinari. È stato detto di attivare tutti questi canali creditizi, affinché vengano date risposte immediate alle aziende agricole che hanno necessità di mettere in sicurezza strutture, prodotti e animali per evitarne il deperimento; di sottoporre alle Istituzioni nazionali ed europee la situazione emergenziale legata al terremoto, al fine di individuare misure e risorse a sostegno delle popolazioni colpite, prestando particolare attenzione alle aziende del comparto primario.
È stato detto di promuovere il consumo dei formaggi a pasta dura danneggiati dal sisma, attraverso il coinvolgimento dei servizi di ristorazione collettiva e pubblici, affinché acquistino il prodotto dai caseifici coinvolti dal terremoto a prezzi concordati. Ho visto che parecchi Colleghi oggi sono usciti e sono rientrati con la sportina - come direbbe il Collega Pavesi, che è di Viadana - con dentro lo spicchio di formaggio. Faccio un po’ fatica a parlare di “spicchio” di formaggio perché, anche nell’italiano arcaico, questo termine non esiste.
Si è parlato di favorire accordi con i rappresentanti della media e della grande distribuzione per far loro acquisire, come misure emergenziali e di sostegno, la più ampia quantità possibile di prodotti derivanti dalle imprese colpite dal terremoto; di concretizzare prontamente ogni altra utile iniziativa a sostegno delle imprese agroalimentari danneggiate dal sisma, affinché sia loro consentita la più celere ripresa delle attività produttive.
Credo che l’Assessore sappia molto bene - perché, come me, ha avuto rapporti in maniera primaria - che occorre, però, non confondere il ritiro dei formaggi sic et simpliciter, perché il rischio è quello di avere un effetto domino, cioè di demolire il mercato interno rispetto a questo grande prodotto di qualità.
Uno dei suggerimenti che mi è stato dato - ma, non essendo un tecnico del settore, lo ribalto immediatamente al Collega Assessore - è il seguente: soprattutto i Consorzi, parlavano di un ritiro di questi prodotti attraverso l’AGEA e chiedevano che non venissero più commercializzati sul territorio né italiano né europeo, ma mandati su altri mercati che oggi non ne fanno uso. Diversamente, ci troveremmo di fronte a speculazioni molto pesanti.
Una delle richieste fondamentali, d’altra parte, è quella dell’apertura - e qui lo ribadisco - delle linee di credito da parte del sistema bancario. Io ho visitato, insieme al Collega Pedretti e al Collega Bottari, uno dei più piccoli caseifici presenti sul territorio mantovano che aveva danni per otto milioni di euro. Ci troviamo, quindi, di fronte a delle misure e a dei numeri pesantissimi. Non riuscivano, allora, neanche a spostare le forme: visto il continuo muoversi del terreno, diventa un po’ difficile mandare all’interno gli operatori, con dei sistemi molto particolari. Chi non lo sa lo impara sul campo: le famose spalliere, che mantengono le forme di formaggio all’interno di questi magazzini, non possono essere tagliate a caldo. Il Collega Maccari lo sa, essendo mantovano come me, così come il Collega Bottari. Scusate: purtroppo diciassette anni di esperienza mantovana mi hanno portato a questo. Il rischio è quello di sviluppare un incendio nel magazzino, con la conseguente scomparsa del materiale.
Cavaliere Cavalli - mi perdoni il gioco di parole -, qui non si tratta della volontà di piantare le bandiere. Sta di fatto che uno è un po’ più sensibile dell’altro. Se io dovessi parlare della sensibilità del Consiglio regionale rispetto al terremoto, capisce bene che parlerei facendo parte di un Gruppo che per l’85 per cento è presente in aula. Qualcun altro la visione del terremoto potrebbe interpretarla come un passaggio che va e che viene, e magari funziona così e basta. Le cose bisogna sentirle al di là dei documenti che si votano. Nell’idem sentire collettivo, poi, tutti siamo d’accordo. Se si arriverà anche a documenti unitari...
Come si dice? Siccome qualcuno più di altri si è attivato prima e ha trovato, all’interno delle proprie Commissioni, la massima solidarietà - come me in VIII Commissione e il valente Presidente Parolini, che adesso non vedo in aula, dove abbiamo votato questa risoluzione - non vedo perché non si abbia almeno la compiacenza di approvarla all’interno del Consiglio, magari con qualche mozione il cui contenuto più o meno si ritrova in altre.
Vado a rappresentare, in conclusione, un’altra idea che è emersa, ma il pezzo migliore penso che lo illustrerà il mio Collega Consigliere Bottari. Mi riferisco alla richiesta di moratoria per i mutui contratti dai soggetti della Provincia di Mantova colpiti da eventi sismici. Ci troviamo di fronte a una situazione che ha dell’incredibile, purtroppo per noi, ma anche per quelle persone che hanno dei mutui accesi all’interno del loro territorio, magari per case, infrastrutture e tutto il resto.
Nella produzione di questa mozione sono stato fortemente aiutato da un’esperienza già vissuta a Bergamo dal Collega Frosio, in occasione dell’alluvione verificatasi nel 2002. La Popolare di Bergamo e il Credito Bergamasco avevano bloccato i mutui in essere, cioè avevano dato il tempo alla gente di poter pagare più avanti. Qui, però, bisogna arrivare a una soluzione.
Siccome la questione mi affascina, Consigliere Cavalli, soprattutto in merito alle banche (i mutui che riguardano le Porsche arancioni sono molto alti), vorrei capire la questione rispetto alla moratoria di un mutuo.
Il problema qual è? La moratoria sta a significare che uno non paga e viene rinviato il pagamento o che le banche bloccano il mutuo rispetto al capitale e che gli interessi continuano a salire? Se uno ha una dilazione del mutuo, non paga più la quota capitaria e paga l’interesse, abbiamo tolto qualcosa, ma non abbiamo dato una mano. È questo il senso del discorso.
Credo che la Regione Lombardia debba farsi parte dirigente e garante in merito a questo intervento, anche rispetto ad azioni che diano veramente la possibilità a queste popolazioni di poter avere un po’ di respiro.
Io ho visitato Moglia, una cittadina molto carina nel Basso Mantovano, che conoscevo per esperienze lavorative in tempi passati. Devo dirvi che mi sono trovato di fronte a un paesaggio spettrale.
Magari ci troviamo a bere un caffè anche con i Colleghi che sono al di là dei banchi del Consiglio, così facciamo una chiacchierata insieme e ci rendono partecipi dei loro problemi quotidiani.
Sta di fatto che ho trovato una situazione incredibile, cristallizzata: mentre il centro del paese era completamente vuoto, ho trovato una socialità nel bar di fianco dove c’era gente che giocava ancora a carte e che quando arrivava la scossa ordinava il caffè. Questa situazione è incredibile: il centro era completamente vuoto, per cui non c’era più un’attività commerciale aperta, se non il bar. Questo vuol dire che siamo di fronte a una situazione in cui non c’è più neanche la vita sociale, se non quella del bar. Una persona per prendere il pane doveva andare nel paese vicino e chi aveva la macelleria in centro ha dovuto farsi fare dai Vigili del Fuoco un buco per poter entrare nella cella frigorifera, portar fuori tutto il materiale che aveva dentro, venderlo e depositarlo al macellaio di un altro paese.
Oggi il Presidente Pastacci raccontava che sono quarantuno i Comuni colpiti della Provincia di Mantova. I Comuni della Provincia di Mantova sono settanta in totale, perché quella di Mantova - i Colleghi Maccari, Bottari e Pavesi lo sanno benissimo - è una Provincia di circa quattrocentomila abitanti, dove solo quattro Comuni sono al di sopra dei quindicimila; uno di questi quattro è il Comune Capoluogo, che ne conta circa quarantottomila. Capite bene che quarantuno Comuni su settanta vuol dire che mezza Provincia, molto probabilmente, è in completo out.
Detto questo, vi chiedo una cortesia, senza ampliare situazioni di disagio o di divisioni all’interno del Consiglio regionale: l’approvazione della risoluzione - che è stata votata all’unanimità - e la possibilità di votare, come farà il mio Gruppo, sulla mozione che presentiamo per l’IMU. Naturalmente, siamo tutti disponibili. Oggi la seduta è dedicata ai territori colpiti dal sisma. Credo che tutti i documenti possano arrivare... Questo non vuol dire, però, avere delle bandiere, visto che, al di là di una parola o di un’altra, affrontiamo tutti gli stessi concetti.
Vi ringrazio.

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