…E INTANTO LE FRANGE DELLA COMUNITA’ MUSSULMANA LITIGANO FRA LORO


Ci voleva  il Pd milanese per rendere evidenti le fratture esistenti nella comunità islamica.  Un vero e proprio tiro mancino, anzi sinistroso, del destino nei confronti di quelli che si sono presentati agli occhi degli elettori come gli unici in grado di riaprire un vero dialogo, mai  avviato dalla precedente amministrazione, con i “fratelli” mussulmani. Come inizio non è affatto male: dopo le lamentele da parte di una delle frange della comunità islamica per la presenza in pompa magna del Vicesidanco di Milano alla chiusura del ramadan in viale Padova, ora la querelle tra parenti finisce addirittura in Tribunale.
Il contendere è proprio uno dei luoghi di culto presenti a Milano, ovvero la moschea abusiva di viale Padova, con un gruppo di fedeli che accusa l’altro di avergli scippato il capannone in cui pregare. Cose dell’altro mondo. Ma se già non riescono ad andare d’accordo fra loro, come faranno a dialogare con noi infedeli?
Scherzi a parte, la situazione è veramente incredibile; oltretutto è inammissibile che la stessa amministrazione di Milano non capisca quanto sta avvenendo e di quanto sia fuori luogo prendere posizione in vicende che hanno unicamente a che vedere con problemi sorti tra frange dello stesso credo.
Impossibile che dall’esterno si riesca ad unire profonde divisioni e rancori interni, chiamando a Palazzo Marino varie facce della stessa medaglia che neppure si sopportano fra loro.
Per questo il tema della moschea non può essere affrontato come fosse uno scherzo. Chi è il referente unico della comunità mussulmana a Milano? La risposta è facile: non esiste, non è mai esistito e non ci sarà mai. E’ impossibile instaurare un dialogo con chi non accetta di scendere a patti e di accettare le nostre regole. Pertanto è a maggior ragione impossibile parlare oggi di edificare una nuova grande moschea a Milano.

                                                                        Davide Boni
                                       Presidente del Consiglio della Regione Lombardia

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