SPRECHI ED EVASIONE: UN PAESE DIVISO IN DUE


Tra i  contenuti positivi della manovra è da rilevare l' impegno profuso da questo Governo per contrastare in maniera concreta l'evasione fiscale e gli sprechi, andando a colpire il popolo dei furbetti e non di coloro che hanno sempre pagato onestamente tasse e contributi. Peraltro anche la partecipazione attiva dei Comuni, che potranno trattenere parte dei fondi recuperati nella lotta all’evasione, responsabilizzerà gli enti locali nella battaglia per la legalità e per l’equità fiscale. Non è comunque un caso che, analizzando la mappa dell’evasione, si scopre che l’Italia è già divisa in due: al Nord l’evasione è infatti bassa e scorrendo lo stivale diventa media nel Centro per poi aumentare in maniera vertiginosa al Sud. Un caso? Non sembrerebbe proprio. Il 70% di evasione al Sud stride pertanto fortemente con il 10% di quella registrata al Nord. Questo è solo  un esempio, perché anche sul fronte degli sprechi, il divario è netto. Per queste ragioni diventa altrettanto importante per il Nord l'introduzione dei costi standard già dal prossimo anno, che consentiranno di premiare proprio quegli enti virtuosi che non hanno mai svuotato le casse pubbliche attraverso una gestione approssimativa. Altrove, invece, secondo il criterio della spesa storica, si e' sempre vissuto al di sopra delle proprie possibilità, tanto che molti enti fungevano unicamente da stipendificio: tra ospedali non funzionanti, come a Caserta, o acquedotti d'oro, come in Puglia, e' sempre stato facile aprire voragini incolmabili. Come non dimenticare, poi, i debiti colossali nell’ambito sanitario? Quello maturato dalla Regione Lazio noi lombardi ce lo ricordiamo molto bene, dato che abbiamo dovuto aprire i cordoni della borsa per salvare quella Regione, così come altre del Sud, che mentre non facevano pagare neppure un centesimo di euro ai propri concittadini per il ticket, aspettavano che il Nord li aiutasse a salvarsi per non dichiarare ufficialmente il tracollo dell’intero Paese. Per questo va bene che gli enti locali oggi facciano fronte comune per difendere il proprio territorio e rimarcare cosa non va in questa manovra economica ma faccio comunque fatica a capire le proteste di Roma e di altri Comuni del Centro-Sud, che hanno sempre avuto vita facile con il modello centralista e assistenzialista dello Stato. E’ infatti bene non dimenticare mai il passato, ristabilendo anche una sorta di equità tra quelli che hanno sempre pagato e versato, senza dire niente, e chi ha sempre goduto di privilegi e corsie preferenziali. Per questo è proprio arrivato il momento che i nuovi criteri di spesa, che reggono un sistema federale, facciano il proprio ingresso ufficiale, in modo da ristabilire ordine e correttezza nei conti pubblici, premiando quei modelli che in tutti questi anni sono sempre stati vincenti.
DB

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