RIFORMA PENSIONI: PRIMA COLPIAMO LE FALSE INVALIDITA'


Impossibile pensare che, come di consueto, la panacea di tutti i mali sia rappresentata da un’ennesima riforma del sistema pensionistico, che determinerebbe un inevitabile aumento del carico fiscale sui pensionati, andando a colpire i ceti già messi a dura prova da questa crisi economica. Un primo attacco al sistema pensionistico era già stato abilmente fronteggiato dalla Lega Nord nel corso del dibattito sulla manovra, tanto che la proposta era stata accuratamente rimessa in un cassetto. Ora però c’è ancora chi vorrebbe scaricare sulle pensioni di anzianità e sul sistema previdenziale una parte dei problemi del Paese, andando a colpire migliaia di pensionati del Nord che, giovanissimi, sono entrati nel mondo del lavoro. Lo stesso Ministro Bossi è nuovamente intervenuto per dipanare ogni dubbio e ribadire il fatto che non si può continuare a colpire sempre la solita fascia di popolazione, con buona pace di Confindustria che invece sostiene la necessità di rivedere il sistema previdenziale. Non vorremmo fare la parodia di Robin Hood, ribaltando la trama, con il protagonista che ruba ai più poveri per dare ai più ricchi. Corretto quindi ricordare agli imprenditori che sarebbe necessario, da parte dei grandi colossi, un maggiore impegno, evitando di correre sempre ai ripari delocalizzando dove costa meno la manodopera, per poi invocare aiuti di Stato e recriminare quando questo non avviene. Peraltro la stessa Unione Europea, in un rapporto stilato qualche anno fa, aveva affermato che il sistema pensionistico italiano resterà in perfetto equilibrio ancora per molti anni. Invece di tagliare a prescindere le pensioni, meglio che gli sforzi di tutti si concentrino nei controlli a quelle di invalidità e a quelle non in regola. Un vero e proprio buco nero che ogni anno assorbe milioni di risorse statali e che, grazie all’impegno della Lega Nord, si è ottenuto un giro di vite nei controlli, fungendo in questo modo anche da deterrente. I dati parlano chiaro: già nel 2009 sono state revocate oltre ventimila pensioni di invalidità, tanto che in questi due anni il numero di coloro che ne hanno fatto richiesta è drasticamente diminuito. Non a caso i controlli hanno anche evidenziato che le Regioni nelle quali si è concentrata la revoca delle pensioni di invalidità sono state la Campania, la Sardegna e il Molise. Un rigore maggiore e controlli più accurati consentono di sgravare il peso sull’Inps, punendo i farabutti e tutelando le persone che hanno realmente il diritto di godere di aiuti statali. Per questo non  avrebbe senso prendersela tout à court con i nostri anziani e con coloro che la pensione la meritano, senza avere prima eliminato completamente ciò che non va in questo Paese. 
DB

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