SCIOPERO E CGIL: RIFLETTIAMO SU QUANTO AVVENUTO AL CORRIERE DELLA SERA

Cartellino rosso. Fine del gioco. Così deve essersi sentito il Segretario della Cgil nel momento in cui i poligrafici non hanno garantito l’uscita regolare del  “Corriere della Sera”. Un fatto che, se confermato nella sua totalità, aprirebbe la porta a tutta una serie di precedenti pericolosi, con la stampa in balia delle sigle sindacali che hanno ormai il potere di bloccare a proprio piacimento anche le vie di comunicazione. Da un lato si sale sul palco e si parla dei diritti dei lavoratori, dall’altro si imbavagliano i giornali. Sindacato contro Sindacato, lavoratore contro lavoratore: suona proprio così, ormai, questa azione perpetrata nei confronti dello stesso quotidiano nazionale  che, alla fine, non porta acqua al mulino di nessuno ma rischia unicamente di gettare ombre sempre più cupe sul mondo del sindacato, inasprendo i toni come vi fosse in atto un’acerrima lotta di classe. Peraltro già la guerriglia e l’accampamento non autorizzato in Piazza Affari hanno  dimostrato che ci sono facinorosi che non hanno a cuore il dialogo, ma mirano unicamente ad alimentare disordini, con buona pace di chi, a Milano, ha sempre strizzato l’occhio ai centri sociali, difendendoli e scusando sempre ogni loro folle gesto. La violenza e le imposizioni non hanno mai pagato. Forse quanto sta avvenendo dovrebbe spingere la Camusso e i suoi compagni a rileggere i fondamenti della democrazia e del dialogo, perché non si può impedire a dei lavoratori di svolgere il proprio compito. L’episodio legato al “Corriere della  Sera”  mina la libertà altrui e impedisce, in  maniera coercitiva, alle persone di vivere ed agire liberamente. Verrebbe da dire che con tutto il rosso che si sta sventolando in questi giorni, forse qualcuno ha perso il senso della misura e ha calcato un po’ troppo la mano.     I soviet lasciamoli là dove sono sempre stati, che la storia ci ha mostrato più volte che fine hanno fatto i movimenti rivoluzionari di massa quando perdono di vista gli ideali e i principi che li hanno fatti nascere.
Così Davide Boni, Presidente del Consiglio della Regione Lombardia, è intervenuto in merito alla mancata pubblicazione dell’edizione odierna del Corriere della Sera.

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