Boni: “con la sharia nessuna rivoluzione democratica”


“Sarebbe pericoloso che una rivoluzione, condotta in nome della democrazia e della libertà, facesse ripiombare lo Stato libico in un regime antidemocratico, all’insegna del fanatismo religioso.

L’introduzione della legge islamica, così come paventato dal Consiglio Transitorio libico,  metterebbe inevitabilmente in secondo piano anche i diritti delle donne, aprendo di fatto la strada alla poligamia e al diritto di vita e di morte del nuovo Stato religioso nei confronti dei propri cittadini.

La rivoluzione deve quindi avverarsi completamente, facendo della Libia uno Stato democratico, in grado di dialogare con gli altri Paesi, senza consentire che venga instaurato un pericoloso Stato islamico, che ucciderebbe definitivamente qualsiasi speranza di rinascita per il Paese libico e per i propri concittadini.

Con la legge della sharia neppure i profughi tornerebbero sul proprio suolo natio, perché troverebbero ad attenderli un regime altrettanto sanguinario, pronto a cancellare i diritti dell’uomo”. 

Così Davide Boni, Presidente del Consiglio della Regione Lombardia, ha commentato la situazione politica in Libia e le dichiarazioni del leader del Consiglio Transitorio Nazionale, dopo la caduta del regime di Gheddafi.

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