Clandestini in ospedale In tre anni 540 ricoveri


Al triage i pazienti extracomunitari autocertificano lo stato di povertà I costi? Lo Stato si accolla cure e medicine, la Regione gravidanze e minori d'attesa di
di Roberto Bo
Hanno diritto alle prestazioni sanitarie urgenti anche se non iscritti al servizio sanitario nazionale, ma devono dichiarare, autocertificandosi, lo stato di povertà. Si chiamano Stp, stranieri temporaneamente presente sul territorio nazionale. Di fatto sono i clandestini.
Un decreto del presidente della Repubblica del 1999 assicura loro gratuitamente le cure urgenti e quelle che potrebbero diventarlo, il parto e l’assistenza ai minori, farmaci compresi.
I costi? Una parte se li accolla lo Stato, gravidanze e minori la Regione. Gli ospedali, al momento delle dimissioni dal ricovero, invieranno una nota di richiesta di rimborso relativa alle cure prestate alla prefettura o agli organi regionali e si faranno rimborsare il Drg, ovvero la tariffa riconosciuta per quel tipo di prestazione.
Ma quanti sono gli Stp che negli ultimi anni sono stati ricoverati nei tre ospedali mantovani (Poma, Pieve e Asola) che fanno capo all’azienda ospedaliera di Mantova?
Circa duecento all’anno, senza contare tutti quelli che sono passati dal pronto soccorso per una prestazione urgente. Scendendo nel dettaglio il numero dei ricoveri ordinari è leggermente calato negli ultimi tre anni: 205 nel 2009, 189 nel 2010 e 146 fino a settembre 2011. In totale, dal 2009 a oggi, nei tre ospedali dell’azienda ospedaliera Carlo Poma più il presidio riabilitativo di Bozzolo i clandestini ricoverati sono stati 540.
Il regime di assistenza per gli extracomunitari sprovvisti della tessera sanitaria è previsto dall’articolo 43 del Dpr 394 del 1999.
Il cittadino extracomunitario non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno che arriva, per esempio, in un pronto soccorso deve compilare un modulo, a cui viene assegnato un codice regionale di sedici cifre e quello, di fatto, sarà il suo “codice sanitario”.
La numerazione identificativa gli dà diritto all’assistenza sanitaria, e chi non ha la possibilità di pagare le cure dovrà compilare un secondo modulo, la dichiarazione di indigenza o di povertà. Le prestazioni riconosciute sono quelle relative alle cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, per malattia, infortunio, compresi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva, la tutela sociale della gravidanza e della maternità e la tutela della salute dei minori.
Il codice assegnato dovrà essere presentato all’atto della richiesta di qualsiasi prestazione e ha la durata di sei mesi, dopodiché se ricorrono le stesse condizioni andrà rinnovato. La dichiarazione di indigenza è un’autocertificazione e quindi in caso di falsa dichiarazione scatterebbero tutte le conseguenze giudiziarie previste dalla legge.

Da “Gazzetta di Mantova” – ed. 23 ottobre

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